L’Ospedale da campo dell’Associazione Nazionale Alpini
di Di Sergio Rizzini – Dir. Generale della Sanità Alpina ANA e Stefano Foschini. – Resp. Area della Prevenzione Medica e Veterinaria dell’Ospedale da Campo ANA
L’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.) è un’Associazione d’Arma composta da coloro che svolgono o che hanno svolto il servizio militare nell’ambito delle Truppe Alpine.
Nel 1976 nell’ambito dell’ANA è stata istituita un’organizzazione di Protezione Civile che ad oggi consta di circa 13.500 volontari, provenienti da tutto il territorio nazionale, attivi in differenti specialità: alpinismo, soccorso subacqueo e nautico, telecomunicazioni, antincendio boschivo, unità cinofile di soccorso, logistica, droni, idrogeologico, informatica e sanità.
L’attività sanitaria è assicurata da una struttura organizzativa denominata “Sanità Alpina-Ospedale da Campo” che eroga prestazioni sanitarie finalizzate sia all’assistenza dei volontari di protezione civile che all’assistenza della popolazione coinvolta da emergenze sanitarie e umanitarie, in ambito nazionale e internazionale.
L’organico della struttura sanitaria è costituito da oltre 500 volontari, tra cui 120 medici, 230 infermieri, 90 logisti e altre professionalità sanitarie e non.
I volontari sono selezionati, oltre che per la condivisione dei valori fondanti l’Associazione, sulla base dell’idoneità fisica e sanitaria, sulle capacità professionali e attraverso un percorso formativo modulato in funzione dell’attività svolta che prevede una formazione comune in materia di protezione civile.
Le prestazioni sanitarie sono rese mediante l’attività delle Squadre Sanitarie, dislocate su tutto il territorio nazionale, e di un Ospedale da Campo la cui sede operativa, a Orio al Serio (BG), è strategicamente individuata per l’accesso diretto alla rete autostradale e alla limitrofa struttura aeroportuale che ne consente la movimentazione con velivoli ad ala fissa e ad ala rotante.
La struttura dell’Ospedale da Campo è costituita da tre PMA (Posti Medici Avanzati) di primo livello, due PMA di secondo livello, un PMA di terzo livello con sala operatoria (Light Field Hospital) e da un Ospedale Maggiore, il più grande Field Hospital in Europa, che si sviluppa secondo criteri di modularità ed è dotato di tutte le componenti tipiche di un ospedale convenzionale.
Dal punto di vista organizzativo l’ospedale è suddiviso nelle aree di anestesia e rianimazione, chirurgia e traumatologia, di medicina, farmacia, radiologia, laboratorio analisi, psicologia e l’area della prevenzione medica e veterinaria.
Per garantire la capacità operativa in condizioni di emergenza, l’Ospedale da Campo deve assicurare l’autonomia funzionale e organizzativa e a questo scopo ha tra le proprie fila un significativo numero di personale logistico.
Dalla fondazione, nel lontano 1986, l’Ospedale da Campo è intervenuto in tutte le principali emergenze che hanno interessato la nostra penisola e in emergenze in ambito internazionale: la guerra del Kosovo nei Balcani (1999), la strage terroristica a Beslan in Ossezia (2004), lo tsunami in Sry Lanka (2005), il campo profughi ad Al Zaatari in Giordania (2012).
La pandemia da Covid-19 ha visto e vede tutt’ora il coinvolgimento continuo della struttura sanitaria dell’ANA, iniziato il 4 febbraio 2020 per il monitoraggio dei passeggeri presso alcuni aeroporti del Nord Italia.
Nel marzo 2020, su richiesta di Regione Lombardia, è stata realizzata, nell’area dell’Ente Fiera di Bergamo, una struttura ospedaliera campale per l’assistenza dei malati Covid.
L’allestimento è stato preceduto da una fase di progettazione, condivisa con personale sanitario di Emergency e di Regione Lombardia, volta a individuare innovative soluzioni per una efficace gestione della malattia: percorsi del personale, attrezzature, individuazione di aree di diverso livello di rischio, innovative soluzioni tecnologiche per ottimizzare i flussi d’aria, delimitazioni dei locali con pannelli in materiale sanificabile, ecc.
In soli sette giorni – con la prestazione gratuita di 300 artigiani e 300 alpini 24h/24h e con il supporto economico di molti imprenditori – è stata realizzata la struttura ospedaliera con una capacità di 76 posti in terapia intensive e 66 posti a media e bassa intensità.
L’attività sanitaria è stata garantita, oltre che da personale della Sanità Alpina, da personale di Emergency, dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, degli Spedali Civili di Brescia e da una delegazione di sanitari russi.
A seguito della recessione della prima ondata di pandemia l’Ospedale in Fiera è stato posto in stand-by, per essere impiegato come poliambulatorio di follow-up degli ex malati Covid e per l’esecuzione di tamponi per la ricerca del virus.
In continuo adattamento e flessibilità, in relazione al decorso della pandemia, l’Ospedale da Campo è oggi impegnato sul fronte della profilassi: da marzo parte della struttura ospedaliera in Fiera di Bergamo sarà destinata a postazione vaccinale per il COVID.
Il tutto all’insegna del motto della Sanità Alpina “Hoc opus, hic labor” (questo è l’impegno e qui la fatica), grazie alla versatilità dell’organizzazione e delle strutture e alla professionalità e al senso del dovere che caratterizza l’ANA e il volontariato di Protezione Civile.