Preparedness, resilience, response, sustainability, recovery … One Health!
di Pasquale Simonetti
Lo sciame virale con la sua scia pandemica, dolorosa, ha provocato uno shock globale, che nella sua tragicità, ancora una volta, ha dimostrato quanto un’avversità possa anche essere vissuta, per certi aspetti, come un’opportunità, per migliorarsi.
La malattia Covid-19, in virtù del suo silenzioso, progressivo, devastante, vasto impatto sulle comunità, può considerarsi più che pandemia una ‘sindemia’. Termine coniato da Merrill Singer, un antropologo medico statunitense, negli anni ’90.
La parola ‘sindemia’ deriva dal greco e si riferisce all’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata.
Ciò può bastare a comprendere la complessità delle interazioni che si determinano, a tutti i livelli e in tutti i settori, per cui è necessario prepararsi, in tempo e in modo sistemico, per promuovere una risposta alle emergenze coordinata e collaborativa.
Tutte le crisi, epidemiche e non, provocano shock di entità proporzionale alla loro intensità e durata e, quindi, bisogna considerare reazioni di adattamento, mitigazione fino alla trasformazione.
La crisi da Covid-19 sta risvegliando a livello internazionale la necessità di preparazione (preparedness), collaborazione (networking), resilienza (resilience) per rispondere (response) a potenziali future emergenze e promuovere una ripresa (recovery) sostenibile (sustainable), in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).
Questo il dizionario, il lessico delle emergenze, della prevenzione e del controllo da tener presente e sviluppare. In modo naturale e, allo stesso tempo, potente emerge l’esigenza di affrontare il tema della preparazione e della risposta alle emergenze in modo olistico, con approccio ‘One Health’ – Una Salute, un unicum della triade umana, animale e ambientale indissolubile e strettamente interconnesso.
A questo punto si fa largo la ‘consilienza’, definita come l’orchestrazione delle scienze, il sapere circolare, proprio nella innovativa intuizione della convergenza olistica per prevenire, prevedere, individuare precocemente e, quindi, rispondere adeguatamente.
Tutto ciò richiede ‘preparedness’, in italiano preparazione ma che verrebbe da tradurre in “preparatezza”, giocando con rispetto e licenza della nostra lingua, per fondere le parole ‘preparazione’, ‘appropriatezza’, ‘consapevolezza’. Una preparazione totale e globale, adeguata, proclamata a gran voce da tutte le autorità e Agenzie competenti: G7, G20, Unione Europea (UE), Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE), Organizzazione dell’agricoltura e dell’alimentazione (FAO).
G7: “G7 leaders agreed to remain committed to taking every necessary measure to ensure a strong and coordinated global response to this health crisis and the associated humanitarian and economic calamity and to launch a strong and sustainable recovery”. (April 16, 2020)
G20: “Leaders discussed how to build back better and pave the way for an inclusive, sustainable and resilient future”. (November 21-22, 2020)
UE: Presidente Consiglio UE Michel: “COVID-19 has come as a surprise to many of us. But it is not the first global pandemic. And sadly, it will not be the last. Looking ahead, the global community has to be better prepared for pandemics”. (November 21-22, 2020)
WHO: “Attempting to save money by neglecting environmental protection, emergency preparedness, health systems, and social safety nets, has proven to be a false economy – and the bill is now being paid many times over. The world cannot afford repeated disasters on the scale of COVID-19, whether they are triggered by the next pandemic, or from mounting environmental damage and climate change. Going back to ‘normal’ is not good enough”. (Manifesto for a healthy recovery from COVID-19 – May 26, 2020)
OIE: “The COVID-19 pandemic has provided a new evidence that a longstanding and sustainable One Health collaboration is needed” … “COVID-19 has disrupted our present time so much that it has sent shockwaves into the future, creating greater fragments of uncertainty but also space for innovation. We are not quite sure what the future holds but we know that we can influence the future through active preparedness”. (Covid-19 Portal)
FAO: “FAO’s comprehensive and holistic COVID-19 Response and Recovery Programme is designed to proactively and sustainably address the socio-economic impacts of the pandemic. In line with the UN approach to “build back better,” and in pursuit of the Sustainable Development Goals, it aims to mitigate the immediate impacts of the pandemic while strengthening the long-term resilience of food systems and livelihoods”. (FAO Portal)
Dello stesso tenore, l’appello del Club di Roma ai leader mondiali per salvaguardare la salute del Pianeta, con la “OPEN LETTER TO GLOBAL LEADERS – A HEALTHY PLANET FOR HEALTHY PEOPLE – Call to Action: Emerging from the Planetary Emergency and partnering between People and Nature. Pandemia, cambiamento climatico, perdita di biodiversità, crisi economica: per costruire un equilibrio duraturo tra esseri umani e pianeta è necessario uno sforzo collettivo e puntare su redistribuzione, rigenerazione e recupero”. (March 27, 2020)
Questa panoramica internazionale rende bene evidente la già richiamata consapevolezza, il momento storico che stiamo vivendo, e la convergenza olistica che delineano il percorso da intraprendere e seguire, con impegno e determinazione, per essere preparati tutti, comunità e addetti ai lavori, in una visione strategica d’insieme, condivisa, per anticipare, affrontare e superare future minacce, sia di natura epidemica che non epidemica.
La pandemia – sindemia da Covid-19 dimostra che non può esserci crescita economica scissa dallo stato di salute e benessere, fisico e psichico, degli individui. La salute, pubblica, è centrale e va considerata un investimento, come, ancor di più, lo saranno le azioni che verranno intraprese per costruire resilienza con approccio trasformativo, nella consapevolezza e nel metodo, e promuovere quella fondamentale preparazione, senza la quale non potrà esserci un’adeguata risposta.
Ora è il momentum, bisogna tesaurizzare gli intenti e lavorare in modo sinergico verso l’obiettivo comune della preparazione, attraverso la definizione dei ruoli e delle responsabilità, delle diverse attività amministrative, legislative e finanziarie, operative, di pianificazione e coordinamento così come di sorveglianza e approvvigionamento, nonché comunicative e formative.
Il nostro Paese e il suo Servizio Sanitario Nazionale sono organizzati e strutturati per intraprendere senza indugio il percorso. I Dipartimenti di Prevenzione con il supporto scientifico e diagnostico degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali interpretano, da sempre, la convergenza olistica, la consilienza, il sapere circolare degli ufficiali di salute pubblica.
La preparazione non può esistere se non adeguatamente finanziata e l’investimento ammonterebbe solo a una frazione del potenziale costo complessivo dell’impatto di una crisi o della risposta. Diversi studi stimano che un dollaro investito in preparazione corrisponde in un ritorno di valore di almeno il doppio speso in caso di emergenza. Basti riflettere che il costo stimato solo per il 2020, dovuto all’impatto da Covid-19 e misure adottate, sarebbe di circa 12.000 miliardi di dollari a livello globale.
Bisogna investire risorse umane e finanziarie, costruire la resilienza trasformativa in linea con le ‘5P’ della Strategia Nazionale dello Sviluppo Sostenibile: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partenariato, e promuovere la Preparazione, la sesta P!