Il terremoto in Italia centrale raccontato dai medici veterinari
Di Gina Biasini, Dirigente veterinario IZSUM.
Nell’agosto del 2016, in Centro Italia ha avuto inizio quella che tra il 2016 e il 2017, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia definisce la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. La prima forte scossa fu registrata il 24 agosto 2016, alle ore 3:36, con una magnitudo di 6.0, con epicentro situato lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP). Due potenti repliche sono avvenute il 26 ottobre 2016 con epicentri al confine umbro-marchigiano. Il 30 ottobre è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo momento 6.5 con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in provincia di Perugia. Il 18 gennaio 2017 è avvenuta una nuova sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5. Questo insieme di eventi provocò in tutto circa 41.000 sfollati, 388 feriti e 303 morti. Proponiamo il racconto, l’esperienza e le modalità dell’intervento eseguito dai medici veterinari dall’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche (IZSUM).
“Il 24 agosto 2016, l’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche dà disponibilità e quindi adesione alla Colonna Mobile dell’Umbria per l’emergenza. La rapidità di reazione è resa possibile da una disponibilità in precedenza formalizzata in un “Protocollo d’Intesa” siglato da Protezione Civile Regione Umbria e IZSUM. Tale accordo ha permesso di essere operativi già nella stessa giornata del sisma essendo noto ruolo e obiettivo: destinazione Centro Operativo Comunale (COC) pertinenti alla Funzione Sanità (F2) per l’allestimento delle Cucine nei Campi tenda.
Lavorando in F2, ci si è immediatamente resi conto che il sisma aveva provocato danni in molti allevamenti, per cui ci si è attivati per la ricognizione dei bisogni costituendo una “Squadra Veterinaria” formata da Veterinari dell’Azienda Sanitaria Locale, dal referente dei Servizi Veterinari Regionale oltre che dall’IZSUM.
Si è quindi approntata una scheda rapida per il rilievo dei bisogni e già il 26 agosto si è stati in grado di riferire la situazione alla Sala Operativa Unica Regionale (SOUR) rappresentata dalle massime autorità. In data 30 agosto, il Ministero della Salute ha organizzato e formalizzato il Coordinamento Tecnico Interregionale (CTI): la veterinaria italiana nel terremoto dell’Italia Centrale ha proposto un nuovo schema per la gestione delle emergenze di Sanità Pubblica Veterinaria (SPV) e per la Sicurezza Alimentare.
Il CTI era collegato, attraverso la funzione 2 “Sanità e Assistenza alla popolazione” del DI.coma.C, al sistema complesso di Protezione Civile (P.C.). Il modello predisposto contiene l’organizzazione propria della veterinaria (Ministero, Regione, ASL e IIZZSS) e dell’Agricoltura (MIPAAF) che va a integrarsi armoniosamente al sistema di P.C., attivando un’osmosi tecnico-operativa tra il centro e i territori.
La scelta di localizzare il CTI nella sede di un IZS, fuori dalla struttura della DI.coma.C per una maggiore efficienza logistica, tecnica e operativa, è stata oculata e potrebbe rappresentare un esempio per le altre componenti del sistema di P.C.
La garanzia di tale impianto è che all’interno del CTI, la comunicazione segue le procedure previste, utilizzando il “proprio linguaggio”; mentre quando comunica con il sistema di P.C., riconosce e utilizza il metodo Augustus. La catena di comando è pertanto rispettata. A oggi, i risultati ottenuti da questo modello sono molto soddisfacenti.
In seguito lo stesso territorio è stato colpito da nuovi violenti terremoti (26 e 30 ottobre). Il CTI, in fase di chiusura, ha risposto prontamente.
Il CTI si è riunito rapidamente in via straordinaria con tutte le sue componenti e in sede di riunione si è stabilito che, per offrire un efficace supporto operativo, risultava fondamentale assicurare una costante presenza sul territorio. Pertanto sono stati costituiti i gruppi operativi dislocati: Gruppo Umbria con sede operativa al COAR di Norcia, Gruppo Marche con sede operativa ad Ancona, Gruppo Lazio con sede a Rieti presso IZSLT.
I gruppi hanno affrontato varie problematiche: definizione delle priorità e dei bisogni del comparto agro-zootecnico colpito; censimento delle stalle inagibili classificate per specie, indirizzo produttivo e consistenza dei capi, al fine di definire gli interventi per la mitigazione dei danni subiti; evacuazione degli animali dalle zone rosse ovvero le zone interdette alle attività ordinarie a causa del livello di pericolosità.
A seguito del censimento, al fine di favorire la continuità operativa e per la mitigazione del danno nel comparto zootecnico, è stata individuata come soluzione prioritaria la realizzazione di strutture sostitutive temporanee delle stalle inagibili: tunnel bovini da latte (20 capi / tunnel), tunnel bovini carne (20 capi / tunnel), tunnel ovini (100 capi / tunnel).
Contestualmente a quanto fin qui descritto, è stata anche svolta una rilevante attività di ascolto e d’informazione. In particolare, è stato creato un punto di riferimento all’interno del COAR, con la costante presenza e disponibilità di un operatore, al quale gli allevatori potevano rivolgersi per manifestare qualunque tipo di necessità e presso il quale ricevere tutte le informazioni per la gestione in emergenza.
Per la pianificazione delle attività da svolgere presso gli allevamenti (ispezioni, raccolta dati, censimento dei capi) è stata impiegata la BDN come fonte dati. E’ stata quindi realizzata una scheda rilievo danni ad hoc. Tutte le informazioni raccolte nel corso delle attività sono state caricate nel Sistema Iuvene, il sistema informatico messo a disposizione dal Centro di Referenza per le Emergenze non Epidemiche, presso l’IZSAM.
Seppure le informazioni contenute inizialmente in BDN, (coordinate geografiche dei siti, numero di allevamenti collegati a uno stesso codice aziendale, consistenza in capi e capacità recettiva della stalla), siano state determinanti per la gestione sanitaria, nel corso di tal evento è emersa la necessità di acquisire ulteriori informazioni rispetto a quelle già presenti. Si sono resi, infatti, necessari i dati catastali, il numero delle unità immobiliari e loro destinazione, la presenza e la dislocazione di strutture particolarmente critiche (letamaie, silos, ecc.). Dall’attività del CTI è stato possibile adeguare tempestivamente la BDN, anche se in modo parziale, rendendola maggiormente efficace anche nella gestione delle emergenze non epidemiche.
Con l’esperienza maturata nel corso dell’evento, si può dire che sarebbe necessario avviare alcune attività in fasi di non-emergenza come l’organizzazione di periodiche simulazioni di emergenza in zone definite del territorio italiano, per la verifica dell’aggiornamento puntuale dei dati e delle informazioni presenti in BDN, visto il non sistematico allineamento tra dati di campo e dati informatici, soprattutto per la specie ovina e suina. Necessaria sarebbe anche l’implementazione delle informazioni esistenti con dati riguardanti le imprese alimentari o attività di produzione alimentare (caseifici, macelli aziendali, ecc.) annesse all’allevamento stesso, e l’implementazione delle informazioni esistenti con un sistema di tracciabilità di tutti i capi, che necessariamente vengono delocalizzati sia in stalle di appoggio sia in soluzioni temporanee poste fuori dalla proprietà aziendale quindi con coordinate diverse.
In allegato potete qui scaricare il file degli Appunti dettagliati sull’intervento fatto in ambito veterinario
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Appunti sul_Terremoto Centro Italia _2016_Emergenze veterinaria